I rituali educativi possono sostenere gli adulti nel percorso di crescita dei loro figli?

La natura scandisce con segni distintivi il suo procedere in modo circolare e ciclico. Il fruscio del vento, il rumore della pioggia, il calore del sole, l’oscurità del cielo, le fasi lunari sono elementi che scandiscono passaggi e cambiamenti. Sono realtà che aiutano l’uomo a far parte del cerchio della vita e in questa circolarità si inseriscono i diversi momenti evolutivi della persona. Nascita, crescita, sviluppo, maturità, invecchiamento e morte aspetti diversi tra di loro ma tutti contraddistinti da un inizio e una fine con la consapevolezza della trasformazione e dell’evoluzione.

Nella vita di ciascuno di noi ci sono dei momenti di cambiamento, di passaggio capaci di nutrire la vita stessa basta pensare all’infanzia, all’adolescenza, all’età adulta, alla vecchiaia e con essi la scoperta del mondo, delle relazioni, della sessualità, dell’essere adulti e della senilità. Momenti naturali ed indispensabili che creano instabilità, inquietudine per generare ricerca, novità ed equilibrio.

I rituali educativi si inseriscono con modi, tempi e significati differenti in tutti i momenti della nostra vita e ci permettono di interiorizzare il cambiamento, le trasformazioni che avvengono dentro e fuori di noi.

I rituali rappresentano una risorsa preziosa e l’educazione, i contesti educativi sono gli ambiti privilegiati.

 

LO SCOPO DEL RITUALE EDUCATIVO

Lo scopo è quello di rendere esplicito il passaggio da una situazione ad un’altra, permettere di comunicare in uno spazio e in un tempo preciso attraverso gesti e simboli, permettere di creare, alimentare, mantenere i legami profondi che uniscono le persone, sostengono e nutrono l’appartenenza ad un gruppo di riferimento.

Il rituale educativo è un gesto vissuto insieme, con persone che hanno lo stesso fine e crea o conferma l’esistenza e il significato del legame stesso.

In ambito educativo ci sono molti rituali che sono diversi a seconda del contesto.

 

I RITUALI A CASA

I rituali che si possono realizzare a casa possono essere ad esempio: il bacio della buona notte e del buongiorno, la storia che si legge prima di dormire, le feste di compleanno, il dono delle chiavi di casa, gli impegni all’interno della famiglia.

 

I RITUALI A SCUOLA

Al nido e alla scuola dell’infanzia i rituali educativi sono molti come: il momento del cerchio, il saluto, la canzone che li accompagna al momento del pranzo, il momento della nanna, il momento del cambio, il passaggio casa-scuola.

Nella scuola del primo e secondo ciclo i rituali educativi sono: la campanella, l’appello, il saluto all’insegnate, la preparazione al compito in classe, la conclusione dell’anno scolastico.

 

I RITUALI NELLO SPORT

I rituali nello sport di squadra sono l’urlo che caratterizza l’inizio del gioco e la vittoria, la divisa, il tipo di linguaggio che si usa durante la partita.

 

IL RITUALI NEL LAVORO

Nel mondo del lavoro i rituali sono ad esempio: come iniziare la giornata lavorativa, la pausa caffè con i colleghi, le modalità e i gesti che si compiono prima di un colloquio o di una riunione importante.

 

PERCHÈ IL NOSTRO CERVELLO HA BISOGNO DI RITUALI?

Le neuroscienze ci dicono che i rituali ci aiutano a definirci come gruppo, ne riflettono i valori, ne dimostrano l’attaccamento. L’uomo è per natura un animale sociale e sentirsi parte di una famiglia è indispensabile, ecco perché abbiamo il bisogno di seguire alcuni rituali, ci fanno sentire che apparteniamo.

Nella prima infanzia i rituali sono elementi che hanno uno scopo funzionale o meglio aiutano il bambino a capire che cosa sta accadendo in quella giornata e questo permette al bambino di orientarsi, di costruirsi un certo ordine, scandiscono il corso delle giornate, offrono un senso di sicurezza interiore,  accrescono la stima di sé, evitano e anticipano quelle situazioni che possono destabilizzare alcuni bambini. Per i bambini i rituali sono preparatori per un graduale passaggio da un’attività ad un’altra.

Anche in famiglia ci sono i rituali, ogni nucleo ha i suoi rituali e si struttura in un sistema peculiare e sulla base delle proprie abitudini, delle necessità e delle possibilità e hanno lo scopo di mantenere e nutrire i legami. I legami con le persone per noi di riferimento che ci permettono di costruire la nostra persona e il nostro modo di vedere il mondo e il nostro futuro di adulti.

Una delle associazioni educative che presenta molti rituali sono gli scout. Fin dai primi momenti di attività i rituali sono molti come: la promessa, le diverse tappe della progressione personale, i passaggi di branca, il totem, la nomina a capo sestiglia o capo squadriglia. I riti possono riguardare l’intero gruppo oppure il singolo. I rituali educativi utilizzati nello scautismo sono accompagnati da simboli, sono comunicati con la narrazione e aiutano a rafforzare il legame restituendo relazione e coesione. Aiutano anche a costruire memoria e mantenere il ricordo delle avventure vissute.

Ogni rituale si avvale del simbolo, che è il tramite tra il gruppo e rende tangibile e visibile il rituale stesso. Nulla è lasciato al caso, il simbolo identifica quel preciso momento ed è necessario che il simbolo sia condiviso dal gruppo di appartenenza. Senza l’elemento del simbolo il rituale perde la sua funzione e diventa una regola. Il rituale si basa sulla condivisione, sulla gratificazione mentre la regola è un comportamento ripetitivo che aiuta a gestire i comportamenti. La regola disciplina alcuni momenti della nostra vita, stabilisce i confini all’interno dei quali possiamo muoverci in libertà mentre i rituali ci sostengono nel mantenere i legami e le relazioni all’interno di un contesto che risulta essere appagante.

Il rituale ha bisogno inoltre di uno spazio-tempo, si svolge in alcuni momenti definiti, precisi, il rituale è caratterizzato da passaggi chiari e riconoscibili.

Nell’età dell’adolescenza dove la conflittualità all’interno della propria famiglia spesso la fa da padrona, è necessario come adulti di riferimento assicurare, sostenere anche, attraverso l’uso dei rituali, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza gestendo lo spazio di separazione, il bisogno di autonomia e il bisogno di una base sicura e la possibilità di mantenere i legami necessari con gli adulti di riferimento e con la comunità nelle quale i ragazzi vivono.

Risulta importante creare dei rituali dove gli adolescenti si sentano dentro alla loro storia, accolti da adulti che siano per loro punti di riferimento con le proprie fatiche e difficoltà ma capaci di gestire e supportare con piccoli passi la loro autonomia. E’ fondamentale avere dei rituali all’interno del gruppo di riferimento come il punto di ritrovo nel proprio quartiere, il campeggio estivo con le associazioni, le feste da organizzare, la conclusione della scuola, il passaggio da una scuola ad un’altra, il volontariato all’interno del loro spazio quotidiano.

I ragazzi hanno molte energie, idee e capacità e sono in grado di partecipare alla vita della comunità della loro città, paese, quartiere. Dobbiamo concedere a loro maggiore responsabilità e autonomia offrendo un luogo nel quale sentirsi protagonisti e parte attiva.

L’adolescenza a volte è segnata dalla rottura dei legami familiari anche con gesti violenti e pericolosi; a volte sembra che vadano a cercare e costruire il gesto più eclatante capace di farli diventare immediatamente adulti e avere così la possibilità di passare in una fase successiva della loro vita.

Alcune domande per riflettere:

Forse hanno bisogno di essere visti? Hanno bisogno della stima del gruppo degli adulti?

Chi sancisce e garantisce i riti di passaggio per gli adolescenti?

Come si strutturano nel mondo di oggi?

Forse gli adolescenti non ne abbiamo più bisogno?

Perché ci sono adolescenti che ricercano il pericolo nei riti di passaggio?

Dall’infanzia alla prima adolescenze perché è così importante costruire gradualità nei riti di passaggio?

 E’ importante affacciarsi al mondo degli adulti in autonomia, assaporando piano piano le proprie libertà e scoprendo le proprie unicità?

 

Se senti il bisogno di un confronto, possiamo parlarne assieme